Paesaggio Zero è
il primo progetto di un’iniziativa a cadenza
biennale, patrocinata dalle istituzioni locali,
che sottolinea l’importanza del recupero di un
corretto rapporto tra uomo e paesaggio. La
civiltà, sempre più condizionata dalla tecnologia,
motiva infatti l’avvicinamento dell’uomo alla
dimensione originaria del paesaggio, non
contaminato dalle degenerazioni metropolitane, da
costruzioni irrazionali, da uno sconsiderato
spreco delle risorse naturali.
Per il progetto
sono state scelte alcune porzioni di territorio
del Parco Fluviale del Po, differenti nella
struttura, in modo da rappresentare una realtà
multiforme: ognuna di esse è stata affidata a uno
o più artisti che, dopo approfondita analisi,
hanno conseguentemente elaborato i lavori proposti
nella mostra.
L’area della Cascina Le Vallere
è stata esaminata da
Andrea Caretto e
Raffaella
Spagna, che hanno ideato l’installazione
Acceleratore di
particelle catastali, scaturita non solo
dall’attenta indagine del territorio, dove da
tempo è allo studio un progetto per realizzare il
parco agricolo Hortocampus, ma anche dal colloquio
con i proprietari e con i locatari dei terreni
agricoli della zona. L’
Acceleratore
costituisce una sorta di iniziazione utopica,
volta a collegare artificialità e natura: è una
serra agricola a tunnel, con una volta a botte
curvata che si chiude in un anello, a forma
toroidale, simile a quella di un acceleratore di
particelle.
L’indagine dell’area Cave,
nel comune di Carignano, fatta da
Laura Pugno, ha
portato alla realizzazione del walldrawing
44 56’ 44,30’’ N 7 40’
55, 96’ E. Il titolo, apparentemente
indecifrabile, corrisponde in realtà alle
coordinate geografiche che, inserite su Google
Earth, conducono virtualmente il visitatore nel
luogo, caratterizzato dalla presenza di molti
laghi artificiali. Addentratasi nel territorio,
tra micro e macropaesaggio, Pugno ha realizzato un
lavoro nel quale ha “fissato” la struttura
geografica attraverso una pittura che assume qui e
là una consistenza materica.
Alessandro
Quaranta ha esaminato il territorio alla
confluenza dei torrenti Orco e Malone nel Po,
vicino alla cittadina di Chivasso. Il suo lavoro,
Tracimazioni,
costituito da un video e da un’installazione,
evoca le esondazioni del Po e dei due affluenti,
suggerendo il contrasto tra superficie e
profondità, tra ciò che resta sommerso e ciò che
emerge, i sedimenti alluvionali, che diventano un
“oggetto” nel quale sono impressi i segni del
tempo e della storia.
Le vestigia della Fortezza
di Verrua Savoia hanno suggerito a
Massimiliano e Gianluca
De Serio un
Sestetto: sei
luoghi, quali cisterne e tunnel, che corrispondono
a “buchi neri”, nel paesaggio della Rocca, in una
affascinante commistione di natura e storia, sono
stati affidati a sei musicisti, ognuno dei quali
si è appartato qui, per suonare uno strumento,
lontano dal mondo. Il risultato è un film che
cattura gli echi e i rumori del paesaggio,
suggerendo anche il ricordo delle vittime
dell’alluvione del 1957.